martedì 25 novembre 2014

Just an awful thought
Caldeggiare i pensieri che fioriscono genuinamente in tarda nottata probabilmente non è poi così errato. Immagina, mio dolce lettore, una figura sveglia quando fuori è ancora buio, le strade sono silenti e la nebbia che avvolge le anime dei pochi raminghi ancora non colti dal sonno più letale si dirada mentre lo scoccare dei minuti su un antico orologio di fattura britannica segna le tre. Ha la luce lunare tra le mani e il rame sui capelli. Non è una vastità dolorosa da percorrere una pozzanghera lunga trecento miglia e poco più ,pensa. Carta pergamenata, densa luce artificiale che filtra tra le lenti e l’infinito incedere dei pensieri, “animula vagula blandula”, ancora desta alle tre del mattino e non può che essere la più solinga sulla terra, ovvero la più infatuata. C’è un mistero tattile che serpeggia tra le sue dita e che si muove sinuosamente come il corpo di una dea che si agita tra le bianche lenzuola di letti pittorici in cieli saturnici. Ma quella stessa anima, affacciata alla finestra della propria linda stanza, che mira la pallida luna nel suo rotondo andare e i cipressi boschivi e i laghi dalle placide acque, legge pastiches di amorosi versi scritti su fogli di sughero e poi? E poi comincia a recitare:
Inchiostro e colletti inamidati
sapore amaro di una vita che mi
resiste e
le vene e
i polsi come le fiamme che
 vive ardono e la superficie
corrodono.
( e la chiamano estate)
 --
Reso a
terra
dipingo
sugli occhi tuoi le vele che il mare
inghiottì
sotto un rosso cielo, un dì
di
rotonda luna e poi
nei cremisi e vermigli silenzi
opache membra.
(e mi dicono autunno)
--

Se un giorno di neve
quando i cerbiatti spalancano al pungente freddo,
gli occhi
preannunciassi la tua venuta, io
getterei
le faticose carte studiate
alla luce
del rancore e accoglierei
per te
l’eternità all’istante.
(e sarà inverno)
--
<Je t’adore> disse Etienne dai capelli corvini
e abbracciati si allontanarono,
 tenuti insieme da insondabili emozioni
nella primula notte
gli amanti.
(primavera fiorita)
                                                                                         
Avant qu on se couche, dopo aver riposto nel comodino di grezza fattura lo scritto, guarda pacatamente il buio cielo che buio non è, è profondo blu ,nel profondo è blu. E si vede una figura che ruggisce nella fioca luce che compare all' orizzonte, bruciante, bruciata, e si vede come essa inceda col chiarore che a sua volta avanza e irretisce il senno. Non può che essere una finzione, che altro sarebbe se non una velenosa illusione che si insinua in un pensiero contaminando la psiche intera?  L’acqua può fluire oppure può irrompere in maniera devastante travolgendo tutto quello che incontra e cosi è per i pensieri; questi possono scivolare lentamente come scivolano i giochi di luce su miti acque espressive, oppure possono violentemente entrare a far parte della tua fin li monotona routine quotidiana e disarmarti e ghermirti. È un gioco fatale, un ginepraio di angoscianti paure e sublimati inganni. Ma quella pozzanghera lunga trecento metri o poco più è ancora li ad aspettare di essere superata da un cuore puro in grado di non affogare e attraversarla significherebbe ricongiunzione con la sua propria essenza finora mancata, coi suoi desideri insomma.

Prende un foglio di carta sgualcito e l’unica cosa che riesce a scrivere, l’unico pensiero che si fa materia è: “Ogni tua singola parola, Eloise, è caduta esattamente dove era attesa da anni” e posata la biro, s’addormentò. http://youtu.be/zvCBSSwgtg4